Come è nato Wineman?
Alessandra: Wineman nasce sostanzialmente dalla passione di Stefano per i vini, una passione che nasce dalle sue origini piemontesi e che è venuta poi fuori durante i nostri anni di vita in Francia, a Parigi.
In quegli anni abbiamo girato in lungo e in largo le campagne francesi, abbiamo scoperto tantissimi saloni di vigneron indipendenti e conosciuto questa realtà che ci ha sempre più appassionati e incuriositi.
Dal momento in cui siamo rientrati in Italia, tre anni fa, abbiamo iniziato a pensare a quello che avremmo potuto fare per portare un po’ di Francia anche in Italia, e così l’anno scorso, durante periodo del primo lockdown, è venuta fuori l’idea di creare Wineman.
Di cosa si tratta, esattamente?
Stefano: Fondamentalmente abbiamo adottato un modello subscription, che permette quindi di ricevere una box di vini francesi selezionati da noi.
Il nostro però è molto più di un semplice abbonamento: Wineman offre la possibilità di fare un viaggio enologico all’interno della Francia, perché andiamo a coprire tutte le zone enologiche della Francia stessa.
Ma che cosa succede se un consumatore riceve un vino al quale si appassiona in modo particolare?
Per rispondere a questo problema abbiamo implementato a Marzo del 2021 l’e-commerce, un vero e proprio store online dove il consumatore può acquistare i vini che ha ricevuto nelle box.
Scegliere un mercato così di nicchia è una scelta coraggiosa. Cosa vi ha spinti ad intraprenderla?
Alessandra: Sì, in effetti il nostro business è proprio di nicchia.
Inizialmente infatti qualcuno ci ha detto “siete troppo di nicchia”, o “come? Non fate dei vini
italiani?”, “perché non fate una box mista Italia-Francia?”, che non è una cattiva idea di per sé.
A noi però il fatto di essere di nicchia piace proprio tanto.
Intanto non avremmo potuto fare nient’altro, perché noi facciamo qualcosa che ci appassiona.
Non è un’idea nata dalla necessità di creare un business. È un’idea nata dalla necessità di portarci un pezzettino della nostra Francia anche qui, perché avevamo troppa nostalgia.
Stefano Spalla Tweet
Stefano: …E questa passione per i vini francesi è nata portando te e i nostri tre figli in giro per cantine quando ci trovavamo in Francia, quindi a fare dei giri a scoprire tutti i piccoli produttori, semplicemente per passione e per gusto personale.
In tutto ciò, poi, eravamo indirizzati da amici parigini che ci hanno consigliato tantissime cantine (soprattutto di champagne devo dire la verità).
Alessandra: Ricordo ad esempio un nostro amico, che aveva girato tantissime cantine per trovare lo champagne per il matrimonio del figlio, facendo una ricerca davvero serrata per trovare il miglior rapporto qualità prezzo. Noi poi quell’indirizzo lì ce lo siamo segnato, siamo andati da questo produttore, siamo diventati amici ed il suo è stato uno dei primi champagne che abbiamo incamerato nel nostro carnet.
Insomma, è proprio vita vissuta. Non potevamo fare nient’altro se non questa nicchia perché lì ci possiamo esprimere davvero con passione.
Alessandra Ferrario Tweet
Quali sono le caratteristiche del vostro consumatore tipo? A chi si rivolge Wineman?
Stefano: Beh, chi sceglie Wineman deve avere una caratteristica, anzi no, due.
La prima è che sia ovviamente appassionato di vino, la seconda è che sia una persona curiosa, aperta al mondo, deve aver voglia di provare cose diverse, gli devono piacere le sorprese…
Alessandra: …Esatto, che è un po quello che ci siamo portati dietro da questo periodo di espatrio della nostra vita, perché inaspettatamente ad un certo punto siamo partiti da Milano e siamo andati in giro, ed abbiamo scoperto la bellezza di buttarsi in qualcosa di nuovo, che fa paura, che spaventa, che uno non ha voglia di affrontare, ma poi quando sei lì è una ricchezza pazzesca.
Quando siamo tornati in Italia ci siamo detti “noi queste cose qui, questi sentimenti di curiosità e di scoperta li vogliamo trasmettere” (oltre alla francesità che ci piace, e al fatto di poter bere champagne senza nessuna occasione particolare).
In effetti in Italia siamo abituati a bere Champagne veramente nelle grandi occasioni, invece noi a Parigi ce lo stappavamo anche la sera dopo aver messo a letto i bambini.
Stefano: …Diciamo la verità, questo accade ancora adesso!
Le aspettative e gli obiettivi prefissati quando Wineman è nato, sono stati raggiunti?
Alessandra: C’è da dire che, proprio per il fatto che è nato come una passione, Wineman è nato senza avere delle aspettative particolari.
Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e ci siamo detti “facciamolo, poi vediamo come va”, ma
inizialmente non credevamo che potesse piacere così tanto.
Poi ci siamo dovuti ricredere, perché effettivamente dopo il lancio nei primi mesi abbiamo fatto dei numeri decisamente maggiori (il triplo) rispetto a quelli immaginati.
Quindi è stato tutto in divenire, anche questo spazio fisico inizialmente credevamo che fosse
troppo grande per per noi, in verità lo stiamo riempiendo fino all’orlo e non sappiamo più dove
mettere il vino.
Stefano
Stefano: Anche quest’anno è un anno assolutamente di rilievo rispetto alle previsioni, quindi ci sentiamo di dire che sta andando veramente molto molto bene, siamo molto soddisfatti.
C’è altro che vorreste raccontare alla Community di NakPack?
Stefano: Non abbiamo detto che oltre a essere un appassionato vino io, in quanto ingegnere, mi occupo anche di logistica e di supply chain, quindi sono appassionato di anche di scatole e di spedizioni, appunto.
Quando è venuto il momento di scegliere quale scatola utilizzare per spedire i nostri prodotti (cosa ovviamente importantissima), abbiamo fatto uno studio di possibili fornitori, e uno solo onestamente riusciva a garantire tutti gli aspetti che noi ritenevamo importanti, ed è NakPack.
Motivo per cui abbiamo scelto fin dall’inizio NakPack come il nostro fornitore unico di tutte le
scatole. Noi abbiamo scatole da tre bottiglie, scatole da uno e scatole da sei, e per tutte e tre le tipologie abbiamo scelto NakPack come nostro fornitore. Ma perché, ripeto, è l’unico che ha garantito e ci ci garantisce i massimi livelli di qualità sotto tutti i punti di vista.
Abbiamo scelto questo imballaggio anche per un motivo di ecologia: NakPack infatti è ecologico, non ha un pezzo di plastica che sia uno.
E poi è davvero un imballaggio indistruttibile.
Non sto qui a menzionarvi il numero di spedizioni che abbiamo fatto noi, e rotture: zero.
Alessandra: Io posso solo dire che effettivamente i nostri clienti rimangono molto molto soddisfatti quando ricevono la scatola.
Spesso i nostri stessi clienti ci hanno detto (ed hanno recensito) che sono scatole evidentemente solide, belle, eleganti, ecologiche (piace molto questa cosa che sia tutto sostenibile)… Ed è piaciuto da matti il fatto che sia una scatola a prova di rottura.
In più, è un packaging facile da costruire. Se non l’aveste ancora capito facciamo tutto noi, e se la costruzione delle protezioni interne fosse stata complicata e lunga, sicuramente avrebbe rallentato il lavoro e diminuito i nostri volumi. Il fatto che invece riusciamo a costruire una scatola in 30 secondi, fa sì che possiamo veramente dedicarci ad altro.
Stefano: Beh, in realtà in meno di 30 secondi!
Anche tu utilizzi NakPack per le tue spedizioni?
Potresti essere il prossimo protagonista delle NakStories.
Condividi questo articolo
Ti è piaciuto questo articolo? Se vuoi fallo conoscere ai tuoi contatti Social. Condividilo ora!