Articolo in collaborazione con Direct From Italy
Per il mercato del vino italiano, si sa, le esportazioni sono da sempre una grande opportunità, ed oggi continuano a rappresentare una componente chiave per la crescita del comparto vitivinicolo italiano.
Nel primo quadrimestre del 2024 – come racconta WineNews in questo articolo – le esportazioni di vino italiano sono cresciute del +7% rispetto allo stesso periodo dello stesso anno.
Tuttavia vendere vino all’estero, soprattutto a privati, porta con sé diversi rischi.
Come fare per evitarli?
Ci viene chiesto spesso, ed abbiamo deciso di rispondere servendoci della competenza di Direct From Italy, azienda specializzata nella compliance doganale per la vendita di vino direct-to-consumer.
In questo articolo, analizziamo i 5 errori più comuni che i produttori commettono quando esportano vino all’estero e come evitarli.
Errore 1: sottovalutare le normative estere per la vendita di vino a privati
Uno degli errori più frequenti è ignorare o sottovalutare le normative dei Paesi in cui vuoi esportare.
Ogni Stato ha regole specifiche per la vendita e la distribuzione di alcolici ai privati. Non rispettare queste norme può portare a gravi conseguenze.
Ecco le principali.
- Sanzioni amministrative o penali per mancata conformità alle regole, sia per il venditore che per il consumatore finale.
- Confisca della merce da parte delle autorità doganali.
- Problemi per il consumatore finale, che rischia di non ricevere il prodotto acquistato.
- Un danno reputazionale per il brand.
A cosa prestare attenzione
Per evitare problemi, Direct From Italy suggerisce di informarsi innanzitutto su 3 aspetti.
- Le accise: ovvero tasse specifiche sugli alcolici che variano in base al Paese e al contenuto alcolico del prodotto.
- Le pratiche doganali: occorre dichiarare correttamente la merce, compilare la documentazione necessaria e rispettare i requisiti di etichettatura.
- Le normative IVA: per questo aspetto bisogna distinguere il caso di vendita in un paese appartenente all’Unione Europea da quello di vendita in un paese extra-UE.
Le normative internazionali sono complesse, ma è importante conoscere quelle del paese di destinazione per evitare errori costosi.
Errore 2: farsi ingannare dalla pratica dello Split Payment
Lo Split Payment consiste nel separare il costo del trasporto da quello del prodotto venduto, lasciando la responsabilità delle spese logistiche al cliente finale.
Alcuni produttori credono che, separando il costo del prodotto da quello della spedizione (Split Payment), la responsabilità doganale e fiscale ricada esclusivamente sul cliente. Questo è un errore!
Anche se è il cliente a pagare la spedizione della merce all'estero, se la merce parte dalla tua azienda o da un magazzino riconducibile a te, siete entrambi responsabili della corretta gestione doganale e fiscale per la spedizione verso l’estero.
Perché è importante rispettare questa regola
Una gestione scorretta delle pratiche doganali e fiscali è fondamentale per evitare conseguenze legali, come sanzioni o problemi con le autorità che possono mettere a rischio le tue operazioni.
Inoltre, errori di questo tipo possono causare ritardi o costi imprevisti per il cliente finale, compromettendo la fiducia riposta verso il tuo brand e danneggiando la relazione con i consumatori.
Errore 3: spacciare il tuo vino per olio
Dichiarare il vino come “olio” o altri prodotti con meno restrizioni doganali potrebbe sembrare una scorciatoia per evitare problemi burocratici e fiscali. Tuttavia, questa pratica è illegale e comporta rischi significativi.
Ecco i più comuni:
- Confisca della merce: i prodotti dichiarati in modo fraudolento vengono sequestrati dalle autorità.
- Multe salate: le sanzioni economiche possono essere molto elevate, a seconda della gravità dell’illecito.
- Conseguenze penali: in molti Paesi, le frodi doganali sono reati penali che possono portare a procedimenti giudiziari e, in alcuni casi, anche a pene detentive.
Anche in questo caso, va inoltre considerato il danno reputazione alla quale l’azienda andrebbe incontro.
Il mercato del vino è strettamente legato alla fiducia e alla qualità percepita. Un’azienda coinvolta in frodi rischia di perdere credibilità non solo nei confronti dei clienti, ma anche dei partner commerciali, dei distributori e delle istituzioni di settore. Questo può danneggiare la capacità di competere nei mercati internazionali e compromettere il posizionamento del brand nel lungo termine.
Errore 4: sottovalutare le visite in cantina
Le visite in cantina non sono solo un piacevole momento di scoperta, ma rappresentano un punto di partenza cruciale per costruire relazioni di lungo termine con i clienti, specialmente con i visitatori stranieri.
L’enoturismo in Italia è un settore in forte crescita, attirando ogni anno milioni di turisti internazionali affascinati dalla qualità e dalla tradizione dei vini italiani.
Nel 2023, ad esempio, l’enoturismo ha registrato oltre 15 milioni di visitatori, di cui una larga parte proveniente dall’estero, con un impatto economico stimato di oltre 2,5 miliardi di eurome tra enoturismo ed e-commerce internazionale. Ne parla il Sole24ore in questo articolo.
Enoturismo: una grande opportunità
Puntare sull’enoturismo ed accogliere i turisti nella tua cantina non è solo un modo per promuovere i tuoi vini, ma un’occasione unica per instaurare fiducia e fidelizzazione.
Grazie all’enourismo le persone:
- Vivono la tua storia: Ogni cantina ha una storia unica, che diventa ancora più affascinante se raccontata di persona. Questa connessione personale rafforza il legame con il tuo brand.
- Diventano ambasciatori: Un’esperienza positiva spinge i turisti stranieri a condividere il tuo vino con amici e parenti, spesso ampliando il tuo pubblico anche nei mercati internazionali.
- Favoriscono il riacquisto online: I visitatori che tornano nei loro Paesi sono più propensi a ordinare il tuo vino tramite e-commerce, grazie all’emozione e alla qualità sperimentate in loco.
L'integrazione con il digitale
Collegandoci all’ultimo punto, per sfruttare appieno il potenziale dell’enoturismo è essenziale avere una piattaforma di e-commerce ben strutturata, capace di gestire in modo efficiente le spedizioni internazionali e le normative doganali.
Inoltre, attraverso il sito web, puoi mantenere viva la relazione con i visitatori, inviando loro newsletter, offerte speciali e storie sul tuo lavoro.
Grazie alla combinazione tra enoturismo e vendita online, puoi trasformare le visite in cantina in un potente motore di crescita per il tuo business.
Non solo attrarrai clienti stranieri interessati a rivivere le emozioni italiane, ma li fidelizzerai, ampliando la tua rete e raggiungendo mercati globali. In un contesto in cui il vino italiano è sempre più richiesto all’estero, questa strategia può fare la differenza.
Abbiamo parlato del connubio tra vendite online ed enoturismo in questo articolo.
Errore 5: limitarsi al mercato italiano per paura di commettere errori
È comprensibile che, da produttore di vino, tu possa sentirsi intimorito dall’idea di espandere il tuo mercato oltre i confini nazionali.
Le normative internazionali, le differenze culturali, e le sfide logistiche possono sembrare ostacoli insormontabili, di fatto spingono alcuni a rimanere concentrati solo sul mercato italiano.
Tuttavia, questa visione limitata potrebbe far perdere opportunità significative, soprattutto considerando che il mercato estero è un motore di crescita per il vino italiano.
L’espansione all’estero offre un enorme potenziale, ma è fondamentale affrontarla con la giusta preparazione.
E magari, può valere la pena farsi aiutare da professionisti come Direct From Italy 😉
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